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Roma, Camera dei Deputati, mercoledì 14 febbraio 2007
INDIRIZZI ED INIZIATIVE DEL GOVERNO
A PROPOSITO DEL CASO ABU OMAR

Intervento di Marco Boato
in discussione della interrogazione a risposta immediata (question-time) n. 3-00623
Stenografico Aula in corso di seduta n. 109 di mercoledì 14 febbraio 2007

MARCO BOATO. Signor Presidente, signor Presidente... anzi Vicepresidente del Consiglio dei ministri (il mio lapsus è un augurio!), la doverosa lotta contro il terrorismo interno ed internazionale non può mai comportare la violazione dei princìpi, delle regole e delle garanzie dello Stato di diritto, quale è e deve essere lo Stato italiano.

Il sequestro ad opera della CIA sul territorio italiano di Abu Omar è stato purtroppo un caso clamoroso ed esemplare di questo tipo di violazioni. Ancora più grave appare questo sequestro illegale, definito eufemisticamente extraordinary rendition, se attuato con l'avallo del Governo di allora o con la complicità e l'aiuto dei servizi segreti italiani, in specie del SISMI.

Dopo essere stato sequestrato illegalmente in Italia, Abu Omar è stato detenuto e torturato in Egitto per quattro anni e solo domenica 11 febbraio è stato rilasciato, sembra a prezzo del silenzio. Chiedo dunque al Governo italiano attuale di non ostacolare le doverose indagini della magistratura. Un ostacolo istituzionale apparirebbe come una copertura - che immagino non ci sia - degli atti illegali commessi nel caso di Abu Omar.

PRESIDENTE. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Francesco Rutelli, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, leggo la risposta predisposta dal ministero della giustizia. Essa informa che il procuratore della Repubblica di Milano ha comunicato di aver iscritto, in relazione al sequestro di persona di Nasr Oussama Mustafa Hassan, alias Abu Omar, commesso a Milano il 17 febbraio 2003, il procedimento penale n. 10838 del 2005. Nell'ambito di tale procedimento, onorevole Boato, la procura generale della Repubblica di Milano, su richiesta dell'ufficio inquirente, inoltrava la richiesta di estradizione di ventidue cittadini statunitensi nei confronti dei quali erano state emesse tre ordinanze di custodia cautelare dal GIP e dal tribunale del riesame di Milano per il sequestro di persona di Abu Omar.

In data 22 dicembre 2005 si inoltrava all'ufficio ministeriale anche la richiesta di estensione delle ricerche a fini di estradizione dei ventidue citati latitanti, da diffondersi in ambito extraeuropeo a mezzo Interpol. In due tempi il ministro di allora diffondeva le ricerche, sia nei tredici paesi che aderiscono al mandato d'arresto europeo, collegati alla banca dati SIS-SIRENE, che negli altri dodici non collegati, sempre attraverso l'Interpol.

Il 12 aprile 2006 l'allora ministro della giustizia comunicava all'autorità giudiziaria milanese la decisione di non inoltrare agli Stati Uniti la domanda di estradizione e di non diffondere le ricerche dei soggetti in ambito internazionale extraeuropeo, sulla base dell'articolo 720, comma 3, del codice di procedura penale, alla luce della valutazione (sto continuando la lettura dell'informativa del ministero della giustizia) dei rapporti di collaborazione tra Italia e Stati Uniti, con particolare riguardo alle richieste di assistenza rivolte di recente a questo paese anche nell'ambito di procedimenti penali di grande rilevanza e tuttora in corso dinanzi all'autorità giudiziaria.

Nel corso delle indagini emergevano elementi di prova a carico di altri quattro cittadini statunitensi e di alcuni esponenti del SISMI. In data 3 luglio 2006, su richiesta della procura della Repubblica, il GIP del tribunale di Milano emetteva una nuova ordinanza di custodia cautelare contro ventotto indagati. Essa è stata eseguita nei confronti di due indagati italiani, mentre è rimasta ineseguita nei confronti degli altri ventisei stranieri.

In data 7 agosto 2006, la procura generale presso la corte d'appello di Milano faceva pervenire al Ministero della giustizia la richiesta di inoltro al Governo degli Stati Uniti della domanda di estradizione nei confronti di ventisei cittadini americani indagati, quattro in più rispetto ai ventidue precedenti. È una domanda che allo stato è in fase di esame e valutazione, tenuto conto di un fatto nuovo, su cui devo dare un'informazione aggiuntiva. Il Governo ha ritenuto violato il segreto di Stato, attivando, dinanzi alla Corte costituzionale, il conflitto con l'autorità giudiziaria di Milano, sui rapporti tra agenti del Sismi e agenti stranieri, per ciò che concerne il sistema organizzativo ed operativo del Sismi medesimo.

In altre parole, signor Presidente, in occasione dell'indagine sul sequestro di Abu Omar, l'autorità giudiziaria ha acquisito elementi informativi, anche di carattere documentale, attinenti alla identità di ottantacinque dipendenti del servizio, intercettandone le utenze cellulari in uso, nonché elementi attinenti alla struttura e alle logiche di funzionamento del servizio medesimo, non direttamente afferenti al sequestro in questione.

Il materiale sequestrato, altresì, prevede che siano ritenute lese, da parte del Governo, le prerogative di secretazione, nonché gli esiti delle indagini effettuate a carico degli agenti del Sismi, depositati in occasione della richiesta di rinvio a giudizio.

Concludendo, signor Presidente - la ringrazio per avermi concesso qualche secondo in più per rispondere compiutamente, ma mi sembrava necessario -, va chiarito che per l'aspetto dell'acquisizione di materiale classificato da parte dell'autorità giudiziaria, nonché di elementi informativi comunque sottratti alla diffusione, il Governo provvide ad apporre il segreto di Stato per impedire l'utilizzazione degli esiti di tali accertamenti. Si tratta ora di attendere il provvedimento della Consulta, che potrà fornire ulteriori ed utili elementi di valutazione ai fini delle determinazioni da assumere. Grazie.

MARCO BOATO. La risposta che il Vicepresidente del Consiglio, Rutelli, mi ha fornito - lo capisco umanamente - è semplicemente la lettura, come egli ha detto, di una informativa del Ministero della giustizia. Debbo dire, con il massimo di rispetto e di amicizia fraterna che mi lega all'onorevole Rutelli, che forse si rischia di snaturare la logica del question time con risposte di questo genere. Ovviamente il Ministero della giustizia ha fornito quegli elementi, ma così siamo fuori dalla logica del «botta e risposta» che caratterizza il question time.

Lei ci ha rivelato un fatto, signor Vicepresidente, che già è contenuto nella mia interrogazione, se lei ha la bontà di leggerla, e cioè quello del conflitto di attribuzioni.

FRANCESCO RUTELLI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. L'ho motivato.

MARCO BOATO. Poiché lei ha detto che ci avrebbe comunicato una novità, essa era già contenuta nel testo della mia interrogazione. È tutto molto benevolo e affettuoso sul piano personale, ma un po' preoccupante sul piano istituzionale. Credo che in questa vicenda rischiamo di utilizzare il segreto di Stato, apposto dal Governo precedente, per coprire illegalità inaccettabili in uno Stato di diritto. Questa è la pura e semplice verità.

Dall'India, dove è in visita, il Presidente del Consiglio Prodi ha dichiarato di essere contrario alle cosiddette rendition. Allora, se siamo contrari - non ho alcun dubbio e mi fa un enorme piacere che sia così - utilizzare strumenti che impediscano di perseguirle purtroppo è grave.

L'eventuale rifiuto della richiesta di estradizione dei ventisei agenti della CIA, che mi sembra profilarsi dalla lettura di quel testo, rischia di coprire chi ha commesso gravi reati....

Sollevare un conflitto di attribuzione su una materia estranea a questa indagine è legittimo da parte del Governo, ma dà la sensazione che non ci sia una vera collaborazione con l'autorità giudiziaria.

Il Governo spagnolo ha deciso pochi giorni fa di revocare il segreto di Stato su identica materia, perché per la sicurezza dei cittadini è imprescindibile da parte del Governo che vi sia la massima collaborazione nei confronti delle richieste dell'autorità giudiziaria. Mi pare che questa dovrebbe essere - e me lo auguro - la posizione del mio e del nostro Governo italiano.

TESTO INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

BOATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:

in data 11 febbraio 2007, il Governo egiziano ha ordinato la liberazione di Abu Omar, l'ex imam sequestrato a Milano nel febbraio 2003 da alcuni agenti della Cia, con la presunta collaborazione dei servizi segreti italiani, e condotto illegalmente in carcere in Egitto;

a seguito del rapimento, è stata avviata un'inchiesta, da parte della procura della Repubblica di Milano, a carico di 26 agenti della Cia, dell'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari, dell'ex capo del controspionaggio Marco Mancini, di altri funzionari del servizio segreto militare ed anche del maresciallo del Ros Luciano Pironi, accusati di sequestro di persona;

tutti gli agenti della Cia sono latitanti e nei loro confronti la magistratura milanese ha avanzato formale richiesta di estradizione al ministero della giustizia, che dovrà decidere se inoltrare o meno la stessa agli Stati Uniti;

l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari ha sempre sostenuto di essere estraneo all'extraordinary rendition, dichiarando di non potersi difendere dinanzi ai giudici a meno di non violare documenti coperti dal segreto di Stato;

il Governo Prodi, confermando il segreto di Stato, in continuità con la linea adottata dal precedente Governo Berlusconi, ha deciso di sollevare il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale e, così come dichiarato sia dal Presidente del Consiglio dei ministri che dal Ministro della giustizia Mastella, si avvierebbe ad una negazione della richiesta di estradizione degli agenti Cia accusati di sequestro di persona;

per il giudice dell'udienza preliminare di Milano Caterina Interlandi, secondo quanto riportato da un'agenzia di stampa del 6 febbraio 2007, «la questione di legittimità costituzionale è non rilevante e manifestamente infondata»; ad avviso del giudice, si legge nell'agenzia, è chiaro che, con la legislazione attuale, «sarebbe inesigibile e incompatibile con il sistema di valori della nostra Carta costituzionale un'interpretazione» delle norme sul segreto che «comportasse l'imposizione del silenzio all'imputato che non possa altrimenti difendersi, in nome della ragione di Stato»;

sempre secondo quanto riportato da agenzie di stampa del 6 febbraio 2007, l'ordinanza del giudice dell'udienza preliminare milanese afferma che sul sequestro di Abu Omar il segreto di Stato non può essere opposto, in quanto l'ex Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi ha sempre dichiarato l'estraneità del Governo e del Sismi al sequestro e non ha mai fatto alcun riferimento a segreti di Stato relativi alla vicenda, così come l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari, nello scorso mese di luglio 2006, spiegò per iscritto che erano state «assunte iniziative» per «rendere perfettamente chiaro» ai funzionari del Sismi, i quali successivamente sarebbero stati interrogati dal pubblico ministero, che sul sequestro non c'era il segreto di Stato, per decisione «ripetutamente asseverata - scriveva Pollari -dall'autorità di Governo»;

la liberazione di Abu Omar porterà, inevitabilmente, nuovi elementi su quanto accaduto -:

- quali siano le valutazioni del Governo in ordine agli indirizzi adottati nel caso Abu Omar, che presentano elementi di grave contraddizione, e quali iniziative intenda assumere in sede internazionale nei rapporti tra Italia e Stati Uniti dinanzi ad eventuali ulteriori sviluppi inerenti tale questione. (3-00623)

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